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Acireale

Oreste Ravanello
Venezia 25/08/1871
Padova 02/07/1938
Compositori
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I genitori di Oreste Ravanello, musicisti dilettanti, impartirono al figlio i primi rudimenti dell’arte musicale, indirizzandolo allo studio del pianoforte, che intraprese presso l’allora Liceo Musicale “Benedetto Marcello” della città lagunare.
All’età di 16 anni conseguì il diploma di organista, assegnatogli dalla Commissione diocesana dell’Associazione Italiana di S. Cecilia, mentre nel 1889 affiancò il M° Girardi, suo insegnante, come secondo organista presso la Basilica di San Marco, per poi assumere l’incarico di Primo organista nel 1895, svolgendo la sua attività al fianco quindi di Lorenzo Perosi, a quel tempo Direttore della Cappella Marciana.
Tre anni dopo, lo troviamo Maestro di Cappella presso la Basilica di S. Antonio a Padova, incarico che ricoprirà per circa quarant’anni. Nel 1902, iniziò la sua attività di docente di Organo presso il Liceo Musicale “Benedetto Marcello” di Venezia e un decennio più tardi diventò Direttore dell’Istituto Musicale di Padova “Cesare Pollini” che sotto la sua direzione acquisì il titolo di Conservatorio.
Oreste Ravanello morì a Padova nel 1938 dopo una carriera musicale felice che lo vide tra le massime figure promotrici di quella che viene comunemente denominata "Riforma Ceciliana", movimento musicale che segnò indelebilmente la storia della musica sacra nel nostro Paese e che diede nuovi orizzonti anche all’organo, alla sua musica ed alla sua importanza nell’ambito della liturgia cattolica.
Ravanello è stato un organista dotato di una pregevole tecnica e di una musicalità raffinata che gli consentivano di esprimersi sia come interprete che come improvvisatore. Rimangono, a tal proposito, diverse testimonianze di quando, nel suo periodo veneziano, era solito “gareggiare” con Perosi alla consolle dei due organi “battenti” della Basilica di San Marco, vere e proprie competizioni musicali alle quali assisteva non solo un folto pubblico ma anche l’allora Patriarca Giuseppe Sarti che diventerà Pontefice col nome di Pio X e che sarà l’autore del famoso Motu Proprio.
Ravanello è stato anche uno studioso della storia della musica; in quel periodo, infatti, si stava sviluppando a livello europeo un grande movimento di recupero delle musiche degli antichi maestri. Sotto questo punto di vista, ha dedicato molte delle sue energie allo studio della polifonia classica, all’approfondimento del canto gregoriano ed alle nuove possibilità di rivalorizzazione dello stesso in ambito liturgico, il tutto nell’ottica del movimento ceciliano che vede nella tradizione classica la più solida base per lo sviluppo di una musica sacra adeguata alle esigenze di una Chiesa che solo nel suo passato avrebbe potuto trovare nuova ispirazione.
L’importanza di questo aspetto, lo si può scorgere nella sua opera di insegnante, nei suoi scritti teorici e nell’attività di redattore della pubblicazione “Il repertorio pratico dell’organista liturgico”.
Ravanello non è stato solo organista ma anche compositore di chiara fama. La sua produzione musicale è praticamente sconosciuta e comprende Messe (da una a sei voci), svariati brani per formazioni strumentali, due Requiem, mottetti e un notevole numero di brani per organo.
È interessante osservare come la sua produzione per questo strumento spazi dalle raccolte di pezzi “facili” fino a brani da concerto e risenta dell’influenza dei classici italiani e della scuola tedesca.
Nella sua opera organistica sono fondamentali due aspetti: il primo è l’utilizzo, sia come ispirazione sia come materiale tematico, dei temi gregoriani; il secondo è una inclinazione verso la scrittura contrappuntistica che si integra con gli stilemi di quel tardoromanticismo che, sebbene snobbato dall’attuale pensiero filologico, ha rappresentato uno dei più alti momenti della storia dell’organo italiano.
Tutte le sue composizioni, si trovano presso l’archivio musicale della biblioteca Antoniana.
Come organologo, Ravanello è stato uno dei più stimati studiosi della tecnica, della fonica e dell’estetica organaria italiana. Anche qui ritroviamo i principi della riforma ceciliana secondo la quale il moderno organo italiano deve recuperare, valorizzare e fondarsi sulle base della tradizione classica per riassumere un’identità ben definita, disponibile ed aperta ai contributi delle scuole organarie degli altri Paesi.
Egli è stato, infatti, un apprezzatissimo ideatore e progettista di nuovi organi, così come spesso veniva chiamato per collaudi e per consulenze sui restauri.
A dimostrazione di quanto egli tenesse anche a questo aspetto, è interessante osservare come, nel suo "Metodo per Organo", egli ci presenti la disposizione fonica e le caratteristiche tecniche di due organi, il primo realizzato da Trice-Anelli per la Basilica di San Marco ed il secondo realizzato per la chiesa di S. Simeone, sempre in Venezia, entrambi in stile ceciliano e da lui presentati come “organi tipo”, per il servizio liturgico.
Oreste Ravanello è stato, senza alcun dubbio, uno dei padri dell’organo italiano contemporaneo e se la sua attività non ha avuto i successi del concertismo internazionale, nulla toglie all’importanza che egli riveste nella storia musicale italiana del primo Novecento.
(Nota biografica a cura di Sandro Carnelos)
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Per ulteriori informazioni su Oreste Ravanello:
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Petrucci Music Library (spartiti)
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Free Choral Music (spartiti di musica vocale)
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Elenco trascrizioni:​
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6 bozzetti pastorali op. 61:
(Preludio pastorale, Musetta, La nenia del pastore, L'inno angelico, Cantilena pastorale, La marcia dei re Magi)​​
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La nota biografica dedicata a Oreste Ravanello si può anche ascoltare nel video dell'organista Sandro Carnelos dal suo canale "Organum" su Youtube.